Riti di morte di Alicia Giménez-Bartlett – Recensione

Oggi, nel nostro appuntamento letterario, Daniela Carletti ci presenta Riti di morte di Alicia Giménez-Bartlett, edito da Sellerio. Scopriamo insieme cosa ci svela su questa opera! Acquista il romanzo Riti di morte di Alicia Himénez-Bartlett Qui Recensione di Daniela Carletti Riti di morte di Alicia Giménez-Bartlett «Hard boiled spagnolo» Petra Delicado, una grintosa ispettrice di Polizia dai toni e dall’atteggiamento del tipico detective americano di stampo hard boiled, si trova ad indagare insieme al suo Vice Ispettore Fermín Garzón, su alcuni omicidi relativi ad un violentatore seriale che firma i suoi crimini lasciando sulle vittime un tatuaggio. Un autentico poliziesco il primo libro che la Bartlett dedica alla serie sui casi dell’Ispettrice Delicado, in cui il lettore, come impone il genere, apprende lo svolgersi delle indagini direttamente dal narrante che è appunto la protagonista, senza mai essere a conoscenza di qualcosa che lei non sappia. Sul piano dell’investigazione non succede quasi nulla per buona parte del libro. Proprio per questo l’autrice si rende magistrale nel riempire quel vuoto, giustificato dall’inesperienza di un’ispettrice al suo primo caso, tenendo il lettore incollato alle pagine, grazie alla querelle tra Petra e il suo sottoposto Garzón, sulla discriminazione sessuale sia in campo professionale che nel quotidiano. Tutt’altro che banale il contenzioso tra i due, più o meno esplicito all’inizio e dichiarato “fuori dai denti” poi, subisce un’evoluzione differente dal solito modo di trattare il tema, dove in genere la donna di turno per affermare giustamente la sua dignità di persona e di professionista, finisce spesso con l’essere uguale non a se stessa, ma a un certo modo di essere uomini. Passo dopo passo i due poliziotti compiono una sorta di avvicinamento reciproco, che li porta a rivedere le proprie posizioni. E comprendendo che gli “assoluti” mal si applicano alle situazioni specifiche, Petra che, non a caso si chiama Delicado, a pag. 404 dice “Cominciavo a capire che le difficoltà del mestiere di poliziotto vanno ben oltre i problemi della discriminazione sessuale.” Riguardo alle varianti del Giallo, sono diversi decenni che molti scrittori cercano di arricchire l’impianto di base del genere (omicidio-indagine-scoperta dell’assassino), inventando trovate che rendono maggiormente interessante l’investigazione. Nel libro in questione la Bartlett “usa” un crescendo tensivo con grande maestria, partendo dal leitmotiv sul tema delle differenze tra uomo e donna, tema che poi si lega alla denuncia sociale contenuta nell’indagine. Infine, appare evidente che la trama del romanzo, pur svolgendosi a Barcellona, è ben lungi dal “toccare” i percorsi turistici che ci illustrano ampi viali dal gusto architettonico e urbanistico raffinato, con l’arte di Gaudí che domina delicatamente sull’intera città. Per questo i fatti potrebbero svolgersi nei bar malfamati di una qualunque altra metropoli spagnola. Il fatto cioè di non descrivere mai luoghi reali e riconoscibili, è una scelta dell’autrice che preferisce infatti fare ricorso alla propria fantasia, piuttosto che affidarsi a descrizioni panoramiche di luoghi esistenti. Ed anche in questo, lo stile della Bartlett, è molto apprezzabile. Daniela Carletti Conosci Riti di morte di Alicia Giménez-Bartlett ? Fammelo sapere nei commenti e seguimi sulla pagina Facebook per essere aggiornati su tutte le novità della pagina o in alternativa puoi trovarmi su Instagram e Twitter.


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