Cuore di Tenebra di Joseph Conrad | Recensione

Oggi Daniela di Daniela Carletti – La sconfitta del tempo per l’appuntamento del libro, ci parla di Cuore di Tenebra di Joseph Conrad nell’edizione di Demetra Edizioni. Trama Cuore di Tenebra di Joseph Conrad Nonostante le apparenze, e l’indiscutibile pregnanza del racconto in rapporto alle atrocità di cui fu partecipe la politica imperialista di fine Ottocento (e oltre), ”Cuore di tenebra” non nacque con gli intenti di una denuncia prettamente politica o sociale. Il coinvolgimento emotivo era di altra natura, soprattutto esistenziale, per così dire, e come tale va interpretato. Peraltro Marlow mostra in più occasioni una certa empatia dell’uomo bianco con gli indigeni dalla pelle scurissima come le tenebre. Via via che il viaggio prosegue, appunto, nel cuore delle tenebre, si rende sempre più consapevole dell’assurdità delle azioni crudeli dell’uomo bianco.Titolo originale: ”Heart of Darkness” (1899). Acquista il romanzo su Amazon Recensione di Daniela Carletti – Cuore di Tenebra di Joseph Conrad «L’eredità di Arlecchino» Racconto nel racconto, “Cuore di tenebra” considerato uno dei capolavori della letteratura a cavallo tra il XIX e il XX secolo, parla del viaggio che il protagonista e narratore Marlow, compie nel cuore dell’Africa alla ricerca di Kurtz, una presenza occulta dai tratti demoniaci, ingaggiata dalla Compagnia Commerciale belga per trattare il traffico dell’avorio. Chiari sono i riferimenti alle atrocità compiute dal colonialismo di matrice europea nel continente africano, ma il soggetto che domina la narrazione e la denuncia che essa contiene, è l’orrore. L’orrore del conflitto acerrimo tra le forze della natura e l’uomo, della perdizione dell’animo umano stretto nelle spire della sua propria tenebra, dell’eterna lotta tra il bene e il male in un territorio in cui salta ogni comune senso della ragione e qualunque tipo di morale occidentale. E laddove non venga perpetrato il genocidio della popolazione autoctona, subentra l’assoggettazione degli stessi uomini piegati a scopi di bieca avidità con la menzogna della civilizzazione “Ho insegnato a una delle indigene…è stato difficile, il lavoro non le andava.” (cap. I, pag.48); e laddove non sia l’asperità della natura a estinguere le risorse fisiche e psichiche dell’ingenuo uomo bianco, subentra la pratica di un cannibalismo che non può essere certo inglobato nella leicità delle tradizioni locali. Accanto all’orrore, molti sono i temi che la critica ravvisa nell’opera conradiana, come ad esempio il viaggio che, mostrandosi nella sua iniziale calma piatta come le acque del Tamigi su cui scorre l’imbarcazione che ospita Marlow, lascia presagire sviluppi e rivolgimenti diametralmente opposti, del tutto funzionali al soggetto di cui sopra, l’orrore, appunto. In questo contesto si ravvisano timidi tentativi di descrivere un minimo palpito di umanità, quando ad esempio Marlow stabilisce un legame con il pilota africano del suo battello, legame di cui si rende conto soltanto dopo la sua morte “Lui governava per me, e io dovevo badare a lui” (cap. II, pag. 104); o quando l’autore attribuisce l’inevitabile sfacelo delle umane azioni all’universo maschile, sottolineando di lasciar bene al di fuori da quel coacervo di atrocità, la figura femminile “Le donne…sono al di fuori, dovrebbero essere al di fuori. Dobbiamo aiutarle a restare in quel mondo tutto loro, per non rendere peggiore il nostro.” (cap. II, pag. 99). A pag.121 della suddetta edizione, c’è la descrizione di una scena di grande impatto emotivo. La regina di una tribù fa la sua apparizione “calcando la terra orgogliosamente”: è l’immagine della terra che guarda lo sfacelo perpetrato dai suoi stessi figli. È la feconda madre terra che contempla desolata, la desolazione generata dal suo stesso ventre. Il vero epilogo della trama si identifica però, nel giovane “Arlecchino” che Marlow imbarca verso la fine del racconto. Nel suo abito coperto di toppe dai molti colori come quelli che all’inizio del racconto rappresentano sulla carta geografica i territori conquistati dalle varie potenze europee, questo personaggio rappresenta la generazione successiva a quella di Kurtz, costretta a mettere insieme i pezzi di una moralità corrotta, grazie a un’eredità confezionata all’insegna della tenebra più profonda. La tenebra di cui parla il titolo non è dunque il cuore dell’Africa nera, ma l’arrivo di una presunta civiltà (incarnata da Kurtz) che trasforma quel continente con tutti i suoi occupanti, in un “cuore di tenebra”. Tra i film ispirati al racconto di Conrad, “Apocalypse now” (1979) con Marlon Brando, per la regia di Francis Ford Coppola. Daniela Carletti Scopri i consigli di lettura degli scorsi appuntamenti. E tu conoscevi questo libro Cuore di Tenebra di Joseph Conrad? Fammelo sapere nei commenti. Se ti piace scrivere o raccontare un libro, una ricetta o un viaggio che vuoi fare scoprire, scrivi a appuntidizelda.info@gmail.com. Non vedo l’ora di conoscerti! Scopri la rubrica Locali, Dove Mangiare e Ti Parlo di Genova, seguimi sulla pagina Facebook per essere aggiornati su tutte le novità della pagina o in alternativa puoi trovarmi su Instagram e Twitter.
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