Va’ che l’America non è Donada: Due venete negli USA: Intervista all’autrice Silvia Ferro

Oggi siamo qui per un’intervista molto speciale, protagoniste di una storia avvincente che le ha portate dall’Italia agli Stati Uniti d’America. Sto parlando di Silvia Ferro e del suo libro “Va’ che l’America non è Donada: Due venete negli USA”. Quindi, prepariamoci a essere ispirati da questa straordinaria avventura e a scoprire cosa significa davvero “Va’ che l’America non è Donada”. Non dimenticare di acquistare il suo romanzo su Amazon! Va’ che l’America non è Donada: Due venete negli USA: Intervista all’autrice Silvia Ferro Prima di tutto, voglio ringraziarla per questa meravigliosa opportunità e per aver trovato il tempo di rispondermi. Per coloro che non ti conoscono, chi è Silvia Ferro e cosa puoi dirci di Va’ che l’America non è Donada: Due venete negli USA? Anagraficamente ho 32 anni, sono un medico da circa 6 anni e vivo a Ferrara. Sono però originaria di Donada una località del comune di Porto Viro, in provincia di Rovigo. In realtà oltre a me, è fondamentale che introduca anche mia sorella maggiore e compagna di questa avventura sgangherata. Annalisa all’anagrafe, ma  per me, è Tata e così è come la chiamerò sempre. Il titolo, che forse troverete poco orecchiabile, è un omaggio a mio nonno Giannino. Classe 1923, grande uomo, grande nonno, fonte infinita di consigli, avvertimenti ed affetto. Era la sua frase standard alle sue nipotine prima di un viaggio: state attente, che il mondo è matto. Mica è Donada! Dire qualcosa sul mio libro non è facile. C’è talmente tanto di me dentro, della mia vita e di quella di mia sorella che il solo modo per inquadrare il libro è leggerlo. Sinteticamente racconta del nostro viaggio negli Stati Uniti, sulla costa Ovest ed Est degli Stati Uniti. Parchi naturali, metropoli che non si fermano mai, Casinò colorati, deserti e Canyon sono solo alcune delle cose che abbiamo potuto assaporare. Insomma, un pazzo viaggio on the road! Che tipo di lettura può aspettarsi un lettore da Va’ che l’America non è Donada: Due venete negli USA? E’ difficile incasellarlo in un tipo di lettura. Non è un romanzo, anche se è pieno di aneddoti e storie. Non è nemmeno una guida turistica. E’ una sorta di diario di viaggio, ma meno rigoroso. E’ una raccolta di disavventure, risate, panorami, sensazioni, emozioni, riflessioni, scoperte. Tutte mescolate, come si conviene alle due sorelle Ferro, costantemente disordinate e disorganizzate. Mi piace pensare che possa essere un biglietto Andata e Ritorno per l’America, per quei posti fantastici che abbiamo visto. Ma non solo quello. Penso che possa essere anche il corrispettivo di una serata tra amici, passata a parlare del più e del meno. Insomma, una lettura leggera, spensierata, senza troppa filosofia dietro. Non è un libro difficile da comprendere, non ci sono riflessioni profonde sul senso della vita. C’è solo tanta voglia di condividere la meraviglia e le figuracce, la voglia di viaggiare e scoprire. Quali sono, secondo lei, gli aspetti più forti de Va’ che l’America non è Donada: Due venete negli USA? Come dicevo, la leggerezza. Io e mia sorella siamo due ragazze molto semplici. Abbiamo viaggiato abbastanza per essere in grado di sopravvivere ad un viaggio on the road, certo. Ma diciamo che non siamo l’emblema dell’organizzazione. Seguire un itinerario, una tabella di marcia è praticamente impossibile. Ed è questa la parte forte di questo diario. E’ praticamente tutto in divenire. Sapevamo dove andare, ma non esattamente come e quando ci saremmo arrivate. In quel “come” e in quel “quando” è racchiuso tutto il libro e tutte le risate! Come è nata l’idea de Va’ che l’America non è Donada: Due venete negli USA? Aveva in mente un’immagine concreta o è un progetto che ha assunto una dimensione nel tempo? No, non direi proprio un’immagine concreta. Avevo scritto un breve diario durante il viaggio, ma niente più che brevi pensieri per fissare i ricordi. Il libro in sé è nato in realtà grazie ai  social. Mi è sempre piaciuto scrivere, cavolate sulla vita di tutti i giorni o sul mio lavoro. Quando sono tornata ho iniziato a pubblicare qualche “rocambolesca” avventura che ci era capitata. Gli amici hanno iniziato a seguirmi e a leggere questi aneddoti, spronandomi a metterle tutte assieme in un libro. Qualche anno dopo è scoppiato il Covid, e nonostante il mio lavoro, ho avuto parecchio tempo libero. Riordinando casa ho trovato quel diario di viaggio, l’ho riletto. Non riuscivo a fermarmi di ridere. Così ho iniziato a scrivere e anche lì, mentre massacravo la tastiera con le dita, avevo costantemente il sorriso stampato in faccia. Mi sono detta che se ridevo io, anche gli altri dovevano ridere di queste due pazze sorelle venete. Definisci in tre aggettivi Va’ che l’America non è Donada: Due venete negli USA: Divertente, spensierato, veneto! Quali sono i tuoi prossimi progetti per il futuro, se puoi rivelarci qualcosa! Attualmente non ho progetti per il futuro. Ma sono fatta così. Scrivo quando ne ho voglia e quando ho qualcosa da dire. Quando sento che tutti i pezzi si incastrano nella mia testa, allora è il momento di scrivere. Quando rido mentre penso a qualcosa allora ecco che riprendo in mano la tastiera, pronta a far ridere anche tutti gli altri attorno a me.    Ma chissà, ci sono tanti viaggi in programma. Il mondo è grande. Tutto può accadere, magari parto in vacanze e torno con un nuovo libro di avventure! Tu conoscevi Va’ che l’America non è Donada – Due venete negli U.S.A? Fatemelo sapere nei commenti, i vostri commenti sono molto preziosi! A presto con un nuovo posto da scoprire! 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