Piacenza a piedi: un itinerario tra arte, gusto e storia

Si apre qui il varco per un’esperienza avvincente interamente dedicata all’esplorazione del Mito della Malvasia, avviando il percorso con un’immersione nella città di Piacenza attraverso un itinerario a piedi, mirato a un’approfondita scoperta delle sue arti, del suo patrimonio storico e delle delizie culinarie. La nostra avventura ha preso vita accogliendo la calorosa guida di Claudia, la quale ci ha accompagnato in un breve ma suggestivo racconto sulla città, aprendo le porte all’esplorazione dei dolci pendii dei colli piacentini, in cui ci siamo addentrati alla ricerca delle cantine locali e dei luoghi di incantevole bellezza. La straordinaria Biblioteca del Collegio Alberoni: oltre 130.000 volumi antichi e preziosi La nostra visita inizia presso il Collegio Alberoni, una delle istituzioni più longeve e prestigiose di Piacenza. Questo luogo storico, fondato nel 1732 da Papa Clemente XII su iniziativa del cardinale Giulio Alberoni, offre una ricca pinacoteca, una galleria d’arte di inestimabile valore, promuove la diffusione della cultura scientifica e funge da sede per eventi e mostre. Il Collegio Alberoni, situato nella prima periferia di Piacenza, originariamente immerso nella campagna, fu deliberatamente posto in questo contesto per consentire agli studenti di concentrarsi sugli studi senza le distrazioni del mondo esterno. Fondato dal Cardinale con cospicue rendite fondiarie, ha prosperato per secoli, permettendo miglioramenti strutturali e la raccolta di strumentazione scientifica e libri di valore. Il Collegio Alberoni è stato aperto nel 1751 come seminario per aspiranti sacerdoti svantaggiati, con la gestione affidata alla Congregazione della Missione di San Vincenzo de’ Paoli. In un’epoca in cui l’accesso agli studi per il sacerdozio era riservato esclusivamente ai nobili e ai facoltosi, il cardinale Giulio Alberoni, proveniente da umili origini, comprese l’importanza di offrire opportunità di istruzione. Orfano del padre a dodici anni, dovette lavorare duramente per mantenersi, inizialmente come giardiniere. Il suo destino cambiò quando divenne responsabile della cura degli interni della cattedrale di Piacenza a soli quindici anni. Il vescovo Giorgio Barni lo notò per la sua intelligenza e lo sostenne finanziariamente per proseguire gli studi. Giulio Alberoni, successivamente, ebbe una notevole carriera ecclesiastica e politica, diventando Primo Ministro di Spagna sotto re Filippo V. Cominciò come canonico della cattedrale nel 1698 e, grazie alla sua fama, divenne segretario del Duca Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme a Parigi nel 1706. In seguito, nel 1712, fu nominato agente consolare del Ducato di Parma presso la corte spagnola. È noto per aver persuaso il re Filippo V, dopo la morte della moglie, a sposare Elisabetta Farnese, nipote del duca di Parma. Durante la guerra di successione austriaca, l’edificio subì distruzioni, ma il Cardinale lo fece ricostruire prima della sua morte. Attualmente, è un ampio complesso a tre piani con un cortile-giardino. Nel periodo napoleonico, nonostante le espropriazioni dei beni della Chiesa, il Collegio mantenne la sua vocazione educativa, sorretto da notevoli contributi finanziari. Ospitava 54 seminaristi all’anno, esclusivamente provenienti dalla diocesi di Piacenza, offrendo un percorso di studio di nove anni in filosofia, teologia e morale. Oggi accoglie studenti provenienti da diverse parti del mondo, mantenendo l’attenzione verso coloro che altrimenti non potrebbero perseguire la propria vocazione. Il Collegio Alberoni offre visite guidate di oltre due ore, permettendo ai visitatori di esplorare le varie sfaccettature della struttura. Uno sguardo all’insù a Piacenza La Basilica di San Savino, un’espressione preminente dell’architettura romanica nel Nord Italia antecedente all’opera di Lanfranco, presenta un prospetto e un portico d’ingresso risalenti ai secoli XVII e XVIII. Originariamente eretta nel 903 dal Vescovo Everardo, fu ricostruita intorno all’anno Mille dal vescovo benedettino Sigifredo, per poi essere consacrata nel 1107 dal vescovo Aldo. Nel corso del Quattrocento e del Seicento, la struttura interna della chiesa subì significative modifiche, inclusa la chiusura dell’accesso alla cripta e la copertura delle absidi romaniche. L’edificio ha subito lavori di restauro all’inizio del Novecento, che hanno portato alla scoperta di due preziosi mosaici policromi del XII secolo. Uno di essi, situato nel presbiterio, raffigura il Tempo come un’entità eternamente in movimento, simboleggiando la futilità del suo controllo da parte degli esseri umani e l’importanza delle virtù cardinali. Il secondo mosaico, conservato nella cripta, presenta medaglioni su uno sfondo di onde marine agitate, illustrando i mesi, i segni zodiacali e le attività stagionali. Internamente, la basilica mostra un ben conservato stile romanico-lombardo dei primi anni del XII secolo, evidenziando particolarmente i capitelli antropomorfi con rappresentazioni umane e mostruose, testimonianza della sua fondazione paleocristiana. Abbiamo proseguito la nostra camminata verso la Basilica, un antico edificio di culto risalente all’era paleocristiana, costruito tra il 350 e il 375 per iniziativa di San Vittore, il primo Vescovo di Piacenza. Qui segna la Pace di Costanza, ovvero terminò la lotta tra i Comuni contro l’Imperatore. Proseguiamo nella Piazza dei Cavalli, è una delle piazze più iconiche d’Italia, nota per la sua bellezza e l’imponente Palazzo Gotico che si staglia sul lato settentrionale. Il Palazzo Gotico, un esempio maestoso di architettura rinascimentale, rappresenta un simbolo storico della città e che viene definito “Il Sublime Quarto”. Al centro della piazza si erge la statua equestre di Alessandro Farnese, un tempo duca di Parma e Piacenza e la statua di Ranuccio Farnese. Il suo palazzo, conosciuto come Palazzo Farnese, è un’opera d’arte architettonica di grande rilievo incompiuta che rappresentava una vera e propria cittadella, oggi sede di diversi musei che celebrano la ricca storia della zona. I musei ospitati all’interno del Palazzo Farnese includono la Galleria Nazionale, rinomata per le sue collezioni d’arte, e il Museo Archeologico, che offre un’affascinante panoramica sul patrimonio culturale della regione. Questi spazi museali offrono ai visitatori la possibilità di immergersi nelle epoche passate, ammirando opere d’arte, reperti archeologici e testimonianze storiche che narrano la storia affascinante e variegata di Piacenza e dei suoi dintorni. Per concludere, il pranzo è stato una piacevole esperienza presso la Caffetteria di via Chiapponi, un incantevole locale dove abbiamo assaporato tortelli finemente conditi con grana e burro alla salvia, seguiti da un piatto di riso e concluso con una deliziosa crema al caffè. Nonostante la sua modesta estetica, il locale offre un’esperienza culinaria straordinaria. Così si conclude il nostro viaggio a Piacenza. Nel prossimo articolo, ci concentreremo sull’incontro con un custode che ci ha narrato la storia dell’Azienda vitivinicola Torre Fornello, una dimora nobiliare antica e affascinante incastonata tra le dolci colline piacentine. 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