Intervista all’autrice Daniela Carletti di La Sconfitte del Tempo

Eccoci di nuovo! Quest’oggi accogliamo con entusiasmo Daniela Carletti, l’autrice del libro intitolato “La Sconfitta del Tempo”. Da qualche mese a questa parte, si è dedicata alla cura di una rubrica letteraria qui su Zelda. Scopriamo ora insieme le sue interessanti risposte alle nostre domande. La sconfitta del tempo di Daniela Carletti Gavriel Amato, uno scienziato di fama internazionale, affetto da una malattia allo stadio terminale, scopre un giovane talento. Tra i due nasce un rapporto umano di raro spessore che li porta a lavorare insieme ai progetti di lunga data dello scienziato. Tra varie peripezie e sconvolgimenti della sorte, insieme cercheranno di cambiare il futuro. Puoi acquistare il romanzo Qui Prima di tutto, voglio ringraziarla per questa meravigliosa opportunità e per aver trovato il tempo di rispondermi. Per coloro che non ti conoscono, chi è Daniela Carletti e cosa puoi dirci di La Sconfitta del Tempo? Sono autrice e musicista. Leggo moltissimo poiché credo che in questo modo io possa apprendere qualcosa in più, ogni giorno; al termine di ogni lettura scrivo una recensione che pubblico in genere la domenica pomeriggio, sulla mia Pagina Facebook “Daniela Carletti Autrice”. Attualmente ne ho un centinaio e, alcune di queste vengono pubblicate ogni mercoledì su “Appunti di Zelda” per gentile concessione di Federica Lucente che gestisce il blog. Sono una decina di anni che ho iniziato a scrivere e ho al mio attivo diversi romanzi; ma è solo dal 2020 che sto impiegando il mio tempo per farmi conoscere. Attualmente sono stati pubblicati il romanzo “La sconfitta del tempo” e il racconto breve “Le memorie dell’acqua” dalla VJ Edizioni di Milano, e il “Dizionario di termini musicali in uso nel Jazz” dalla Arcana Edizioni del Gruppo LIT. Ho fatto parte della Giuria del “Premio Letterario Clepsamia” per scrittori emergenti, delle giurie popolari del Premio Strega e del Premio Narrativa Bergamo.“La sconfitta del tempo” è un romanzo di fantascienza, ma lo sarà ancora per poco, dato l’indirizzo intrapreso ormai da decenni dalla Scienza e dalla Tecnologia. In breve la trama si articola intorno al rapporto umano che si crea tra Gavriel Amato, uno scienziato di fama internazionale affetto da una malattia in fase terminale, e un giovane nerd in odore di genio, Simone Benedetti. Gavriel tra le altre cose, si occupa di scoprire nuovi talenti ed è proprio grazie alla sua stima per il ragazzo che quest’ultimo prende coscienza a poco, a poco delle sue capacità, supportato anche dall’intelligenza brillante e intuitiva della sua ragazza, Gaia Bernieri. Che tipo di lettura può aspettarsi un lettore da La Sconfitta del Tempo? Come tutti i romanzi, si può leggere a vari livelli, ma tutte le informazioni di tipo divulgativo, sono fornite in un linguaggio non specialistico e perciò fruibile da chiunque. La vicenda umana poi, offre un piano di lettura alla portata di tutti. Chi legge “La sconfitta del tempo” può aspettarsi di immaginare un prossimo futuro in cui, con un po’ di sano ottimismo, le cose saranno più semplici. Quali sono, secondo lei, gli aspetti più forti de La Sconfitta del Tempo? “La sconfitta del tempo” rappresenta un’alternativa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ritenuta da più voci autorevoli, dannosa per l’umanità. Anzi, ciò che narro nel romanzo, è decisamente un superamento dell’intelligenza artificiale: non si tratta di potenziare una macchina che, è evidente, presto o tardi prenderebbe il nostro posto; quanto invece di sviluppare le capacità umane per salvaguardare e adoperare in pieno, tutte le risorse creative proprie di ogni essere umano. Come è nata l’idea de La Sconfitta del Tempo? Aveva in mente un’immagine concreta o è un progetto che ha assunto una dimensione nel tempo? L’idea, da subito chiara nella mia mente, nasce dall’esigenza di trovare una soluzione all’impossibilità di apprendere una quantità spropositata di discipline ognuna delle quali abbraccia campi sterminati. E tutto questo accade ai ragazzi, proprio negli anni in cui sono più prolifici e propositivi, dediti alla creatività e allo sviluppo di idee innovative. Insomma, per usare un’espressione un po’ provocatoria, Platone non doveva studiare Platone: ergo, ha potuto avvalersi da subito di tutte le sue risorse intellettive, per poter formulare la sua visione delle cose. Questo non vuol dire auspicare l’abolizione dello studio che resta sempre un passaggio basilare nella formazione di un essere umano; vuol dire però anche che dobbiamo impiegare la tecnologia per riuscire ad acquisire la conoscenza, in maniera meno dispendiosa per le risorse umane, e “La sconfitta del tempo” parla proprio di questo. Definisci in tre aggettivi La Sconfitta del Tempo: Futuribile, speranzoso, affettuoso verso l’essere umano. Quali sono i tuoi prossimi progetti per il futuro, se puoi rivelarci qualcosa! Sto scrivendo un romanzo Giallo in cui la sfida che mi sono posta, è quella di riuscire ad occultare l’assassino in modo sorprendente. La cosa è molto accattivante e mi sta appassionando molto!


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