Azienda Vitinicola Torre Fornello: vini biologici di qualità in Val Tidone

La Cantina Torre Fornello rappresenta un’eccellenza nel panorama vinicolo situato nel cuore della suggestiva Val Tidone, fra le città di Pavia e Piacenza. La sua unicità risiede nella trama avvincente di storie di individui appassionati, sogni intrisi di autenticità, un profondo amore per il territorio, una radicata cultura vinicola e una dedizione innata per l’arte della vinificazione. È con piacere che condivido la mia prima esperienza di degustazione presso le cantine di Torre Fornello, iniziando da un custode che, con oltre trent’anni di esperienza, ha preservato e coltivato con dedizione ogni sfumatura di questa straordinaria realtà vinicola. Come nasce Torre Fornello Le prime tracce documentate risalgono al 1028, quando i primi possessori dei territori di Fornello, ancora privi di insediamenti rurali, erano legati al Diacono Gerardo del Clero di San Martino. Questi territori furono successivamente ceduti a una nobildonna piacentina. Nel corso del XIII secolo, si fa menzione dei primi insediamenti rurali, evidenziati dalla costruzione di un forno denominato “fornello”, utilizzato per la cottura dei sassi di calce provenienti dalla località Calcinara, parte della quale ospita oggi alcune vigne. Nel 1440, la proprietà passò ai Sanserverino, all’epoca Principi di Napoli, e fu durante questo periodo che fu eretta la torre del feudo, che ancor oggi si erge imponente. Successivamente, il feudo passò sotto il controllo dei Conti Zanardi Landi, illustri condottieri di Sarmato e Gran Duca di Toscana. In questo contesto, venne costruita la villa padronale insieme alle relative strutture accessorie, tra cui scuderie, fienile, chiesa, vinsantaia e stalla. Un giardino botanico fu altresì concepito, costituendo un’eccezionale residenza di campagna abitata dalla nobile famiglia principalmente nei mesi di agosto, settembre e ottobre, coincidenti con la vendemmia. Nel 1982, l’azienda passò nelle mani della Famiglia Sgorbati, tradizionalmente impegnata nella viticoltura. Dieci anni dopo, la gestione passò a Enrico, che si dedicò anima e corpo al ruolo di vignaiolo. Attraverso un profondo impegno, nel 1998 intraprese la ristrutturazione dell’antica azienda di famiglia, preservandone l’aspetto originario e conferendole una nuova vitalità. Questa iniziativa mise in risalto il recupero di strutture come il fienile, le scuderie e la chiesa secentesca, quest’ultima oggi adibita anche a luogo di celebrazione di messe e matrimoni. Il lavoro della sua famiglia, tramandato da generazioni, è stato valorizzato con passione e amore, che Enrico ha riversato con intensità nel suo ruolo di vignaiolo. Torre Fornello: dove l’amore è il motore dell’armonia I Vigneti, il metodo utilizzato di Torre Fornello I vigneti di Torre Fornello coprono un’area di 62 ettari, situata a un’altitudine di 220 metri sul livello del mare. La produzione annuale di bottiglie si attesta intorno alle 350.000 unità, con il 70% destinato ai mercati internazionali. I principali destinatari includono Spagna, Tokyo, Stati Uniti con sedi come New York, San Francisco e Miami, oltre a Londra, il Kazakistan, il Canada e in misura minore la Germania. Le bottiglie di Torre Fornello sono altresì presenti sulle tavole dei migliori ristoranti stellati, offrendo l’opportunità di degustare vini di altissima qualità. Il processo adottato da Torre Fornello privilegia l’impiego di tecnologia rispetto a quello di sostanze chimiche. L’uso di lieviti indigeni riveste un ruolo fondamentale, mentre la gestione accurata delle temperature durante le fasi di fermentazione è cruciale. In alcuni casi, le fermentazioni giungono a termine a temperature controllate, talvolta raggiungendo i 30°C, dove la temperatura agisce come “solvente” per il colore del vino. L’azoto è un elemento chiave in tutte le fasi della produzione, soprattutto durante la fermentazione iniziale, contribuendo alla protezione del vino e al suo invecchiamento ottimale. L’ossigeno viene introdotto solo se necessario, e l’impiego di azoto consente di ridurre la quantità di solforosa utilizzata. L’azoto viene impiegato anche nel processo di asciugatura e sterilizzazione delle bottiglie: prima vengono riempite con azoto e successivamente con il vino. I Vini provati durante la degustazione Torre Fornello offre una ricca selezione di vini, tuttavia desidero focalizzarmi in particolare su due di essi. Mi permetto di consigliarvi vivamente di prenotare una degustazione presso la vigna, poiché l’esperienza sarà guidata dal signor Enrico, una persona straordinariamente affascinante, capace di farvi appassionare a questo affascinante mondo vinicolo. Egli vi condurrà attraverso il territorio, iniziando dalla terra e proseguendo fino alla “officina di produzione,” che potremmo definire come la cantina delle meraviglie. Durante la visita, avrete l’opportunità di ascoltare tutte le caratteristiche distintive dei vini prodotti, sperimentando una passione e un amore senza precedenti per l’arte della vinificazione. Ora, permettetemi di presentarvi i miei due vini preferiti: Dona Luigia e Sinsäl. Donna Luigia, un’intensa melodia per il palato “Donna Luigia” Scotti Douglas è stata una figura reale vissuta nella prima metà del XIX secolo, proprietaria dell’azienda e discendente di una nobile famiglia scozzese delle Lowlands. Dotata di una creatività produttiva e di una forte personalità, questa donna straordinaria è stata l’ispirazione dietro la creazione di questo vino. Immaginatevi la sua presenza nei vigneti, circondata dall’osservazione attenta e dalla dedizione alla produzione. Le uve di questo delizioso vino provengono da tre vigneti distinti (Solana, Lucenti, Vecchio Pozzo), selezionati non solo per la varietà, ma anche in base all’esposizione, alla pendenza e agli anni del vigneto. Queste uve vengono lavorate separatamente e unite solo dopo 9 mesi. Donna Luigia è un vino al 100% Malvasia, caratterizzato da un colore giallo paglierino con riflessi ambrati. Al naso, si manifesta con un profumo intenso e fresco, quasi evocando l’atmosfera di un vino estivo. Emergono note distintive, a partire dalla menta, seguite da frutto della passione, anice stellato e litchi. Queste sfumature aromatiche si traducono in un sapore secco, fresco e aromatico al palato. La sua versatilità lo rende adatto anche a chi non predilige vini completamente secchi, e lo consiglio in particolare per accompagnare piatti dai sapori intensi, decisi e corposi, aggiungendo un contrasto distintivo alle specialità dai gusti più robusti. Sinsäl: l’essenza di due uve in un’unica bottiglia Enrico ci delizia con la storia di “Sinsäl”, un termine dialettale piacentino che anticamente identificava colui che si occupava della trattativa e della mediazione di prodotti della terra, ma che aveva anche il ruolo di facilitatore nei matrimoni tra i figli delle famiglie benestanti. Nel contesto di questo vino, il matrimonio è stato celebrato tra uve di varietà diverse, precisamente tra il Barbera e la Bonarda, con la certezza di creare un’unione eccellente. “Sinsäl” è un Gutturnio Superiore D.O.C., un blend di due vitigni: il 60% Barbera e il 40% Bonarda (Croatina), caratterizzato da un colore granata scuro con riflessi viola. Al naso, il vino si presenta con accenni di prugna e ciliegia, evocando sensazioni autunnali ideali per questo periodo dell’anno. Al gusto, si distingue per la sua morbidezza dolce, quasi carezzevole, adatto a chi apprezza i toni tannici e la pienezza, con un retro gusto di frutta matura, vinosità e struttura. È una selezione che si sposa magnificamente con carni di rilevante importanza, soprattutto grigliate o alla piastra, accompagnate da patate al cartoccio. Questa combinazione culinaria sicuramente esalterà al massimo le caratteristiche di questa meraviglia enologica. A presto con un nuovo posto da scoprire! Seguimi sulla pagina Facebook per essere aggiornati su tutte le novità della pagina o in alternativa puoi trovarmi su Instagram e Twitter. #Invited #PressTour #castellidelducato #emiliawelcome #galdelducato #inemiliaromagna #castellidelcrinale #torrefornello


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