Recensione: La morte di Ivan Il’ic di di Lev Tolstoj

Oggi, nel nostro appuntamento letterario, Daniela Carletti ci presenta il romanzo La morte di Ivan Il’ic di di Lev Tolstoj da Feltrinelli. Scopriamo insieme cosa ci svela su questa opera! Acquista il romanzo su Amazon Recensione di Daniela Carletti di La morte di Ivan Il’ic di di Lev Tolstoj «Anatomia della morte» Nell’opera di Lev Nikolaevič Tolstoj (1828-1910) uno dei temi dominanti è, in breve, la visione di un cristianesimo che non promette la beatitudine dopo la morte, credendola possibile nell’esistenza. Il soggetto di questo racconto non fa eccezione: Ivan Il’ič è un consigliere della corte d’appello che vive un’esistenza “gradevole e decorosa”, “comme il faut” (come dev’essere, locuzione più volte riportata nel testo). Ma proprio quando si trova all’apice della sua carriera, il protagonista si ammala di una malattia incurabile, sconosciuta all’arte medica. È allora che inizia nel suo intimo, un dialogo stretto con sé, con le persone del suo quotidiano e con Dio, giungendo infine ad una personale conclusione. Pur nella sua veste minuta, questo racconto di appena qualche decina di pagine, esprime in maniera esaustiva e completa, tutto ciò che investe emozionalmente l’animo di un uomo nel momento in cui viene posto di fronte alla propria morte. Magistrale infatti, la descrizione degli stati d’animo che imperversano nella psiche di Ivan Il’ič; la medicina odierna li riassume in 4 fasi: il rifiuto di considerarsi malato (“Il sillogismo per cui – se Caio è un uomo e gli uomini sono mortali, vuol dire che Caio è mortale – gli era sembrato valido solo per Caio” pag. 66); la rabbia verso la nuova condizione (“Perché, perché mi tormenti così orribilmente?” pag. 84); la disperazione (“Si coricava e restava di nuovo solo con la malattia, faccia a faccia con lei, e con lei non c’era niente da fare: solo guardarla e rabbrividire.” pag. 69); l’accettazione della malattia. Prigioniero di molteplici riflessioni, ripensamenti e stati d’animo altalenanti che gli impediscono di procedere verso quella pace interiore che sopraggiunge solo nell’ultima fase, Ivan è vittima di un coacervo di irrequietezza, insofferenza e senso di precarietà. Un semplice gesto come quello di porre i piedi sulle spalle del suo servo, rappresenta l’unico sollievo dal dolore che, essendo più spirituale che fisico, si cheta nel miraggio di poter continuare a vivere “appoggiandosi” su qualcun altro, vivendo attraverso un altro. Insieme alla consapevolezza di ciò che è stata la sua vita, arriva infine anche l’accettazione del suo stato e il desiderio di avere una seconda chance che, però, Ivan sa di non avere. Per questo urla la sua invocazione (un grido espresso con una semplice “oh”), senza darle un seguito articolato in una richiesta compiuta. Ma quando ogni speranza è disattesa, giunge attraverso la pietà cristiana, quella beatitudine dello spirito che, nel pensiero tolstoiano è raggiungibile già nella dimensione terrena. Un argomento straziante che Tolstoj affronta in tutta la sua veridicità, illustrando anche le reazioni di coloro che, per un motivo o per l’altro, gravitano intorno ad un malato, come ad esempio un famigliare, un amico, un collega, un conoscente. In questo senso perciò, il racconto mette in primo piano, anche una certa consuetudine secondo cui come dice Galimberti, la vecchiaia e tutto ciò che essa comporta, per tacito collettivo assenso va tenuta ai margini, nella debole speranza che non ci riguardi. Daniela Carletti Conosci Memorie di La morte di Ivan Il’ic di di Lev Tolstoj? Fammelo sapere nei commenti e seguimi sulla pagina Facebook per essere aggiornati su tutte le novità della pagina o in alternativa puoi trovarmi su Instagram e Twitter. Scopri nei dettagli Daniela Carletti e recupera tutte le sue recensioni in questa Pagina.


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